La Settimana Santa in Sicilia: i riti da non perdere

Dettaglio

Come scriveva Leonardo Sciascia non c’è paese, in Sicilia, in cui la Passione di Cristo non riviva attraverso una vera e propria rappresentazione, in cui persone vive o gruppi statuari non facciano delle strade e delle piazze il teatro di quel grande dramma i cui elementi sono il tradimento, l’assassinio, il dolore di una madre”.

E di questo si tratta, del sublime incontro tra divino e umano, tra sacro e profano. La fede dirompente si rivela nella sua più appariscente e sfrenata manifestazione, trasformando i riti religiosi, che celebrano la morte e resurrezione di Cristo, in una ricerca spasmodica di vita, di gioia. Scopriamo insieme le feste della Settimana Santa in Sicilia da non perdere!

Settimana Santa a Trapani. La Processione dei Misteri

Tra i più importanti e partecipati d’Italia, i riti della Settimana Santa a Trapani rappresentano un misto di fede, cultura popolare e folklore. Si inizia il Martedì con la processione del quadro della Madre Pietà dei “Massari”, che nel pomeriggio del Mercoledì incontra quello della Madre Pietà del Popolo. Il Giovedì nelle chiese vengono allestiti i “sepolcri”, altari che rievocano l’Ultima Cena, addobbati con ex voto in oro, argento e corallo. Ma il culmine è rappresentato dalla suggestiva ed emozionante Processione dei Misteri, diciotto gruppi statuari rievocanti episodi della passione di Cristo, seguiti dai simulacri di Gesù nell’urna e dell’Addolorata. Affidati alle “Maestranze” e portati a spalla, sfilano dalle 14.00 del Venerdì fino al mattino del Sabato. La processione è caratterizzata da due tipici movimenti che i portatori effettuano durante il percorso: l’Annacata (dondolio ritmico della vara a tempo di nenie funebri), e ‘a Vutata, che avviene quando la vara viene girata verso coloro che appartengono alla Maestranza o verso i malati.

Venerdì Santo a Erice. La Processione dei Misteri

Anche ad Erice  il Venerdì Santo per le vie del centro sfilano i Misteri, sette gruppi statuari raffiguranti episodi della passione di Cristo, seguiti dall’Addolorata, una statua della Vergine avvolta da un manto nero. La Processione dei Misteri di Erice è più ridotta di quella di Trapani  (che si svolge lo stesso giorno, più o meno alla stessa ora), ma non meno suggestiva. Il corteo religioso esce dalla Chiesa di San Giuliano e attraversa in processione le strade del paese, in un’atmosfera davvero raccolta, suggellata dalle preghiere dei fedeli e dalla musica funebre che risuona nel borgo medievale, emozionando i visitatori che si danno appuntamento per assistere alla Via Crucis.

Giovedì Santo a Marsala. La Via Crucis

Il Giovedì Santo, Marsala  cambia volto: visitatori, fedeli e fotografi si riversano nelle vie del centro chiuso al traffico, in attesa di assistere alla Via Crucis inscenata da personaggi viventi, che sfilano in abiti d’epoca per le principali vie della città interpretando i ruoli con grande coinvolgimento. Di grande impatto emotivo sono le “cadute” del Cristo sotto il peso della croce, che più volte si ripetono lungo il percorso.

Settimana Santa a Enna

La Settimana Santa a Enna è tra le più spettacolari e suggestive del mondo. I riti si aprono la Domenica delle Palme e si concludono la Domenica in Albis, una settimana dopo Pasqua. Le 15 confraternite, ciascuna nel giorno e nell’ora stabilita, si recano al Duomo per l’ura, l’adorazione Eucaristica chiamata così dagli ennesi. Il Venerdì Santo l’intera città è animata da tutti i confrati, 2500 figure incappucciate che sfilano, insieme all’amministrazione comunale e al clero, in rigoroso ordine e assoluto silenzio. Nelle 16 chiese, sedi delle confraternite, vengono preparati gli oggetti (i cosiddetti Misteri), che saranno portati in processione. La banda musicale accompagna con note meste, scritte da compositori ennesi. Nella domenica successiva alla Pasqua, detta in Albis, si svolge l’ultima cerimonia tradizionale, la Spartenza (separazione), in cui le confraternite del Collegio del SS Salvatore e del Collegio di San Giuseppe tornano in possesso dei rispettivi fercoli (del Figlio risorto e della Madre) e li riconducono nelle chiese di appartenenza.

Pietraperzia. Lu Signuri di li fasci

Il rito di “lu Signuri di li fasci”, che si svolge il Venerdì Santo a Pietraperzia, è tra i più rappresentativi e caratteristici di tutta la Sicilia. Al tramonto, difronte alla Chiesa del Carmine, una trave alta più di 8 metri viene inserita in una base cubica in legno di cipresso, detta “Vara”. Nella parte alta della trave viene apposta una struttura metallica di forma circolare, attorno alla quale i fedeli iniziano ad annodare centinaia di fasce di lino (lunghe fino a 36 metri), per un totale di 200 fasce bianche. Poco prima dell’inizio della processione, un crocifisso viene posto sulla sommità della trave con un antico rituale, che consiste nel passaggio ‘a ppassamànu, cioè da una mano all’altra, dei confrati disposti a catena dentro la Chiesa del Carmine, mentre pregano gridando la giaculatoria “Pietà e Misericordia, Signuri”

Alle ore 20:00 un confrate designato batte tre colpi sulla vara: ecco che avviene l’alzata! La croce viene improvvisamente issata e tenuta in equilibrio grazie alle fasce, dando l’impressione di un’immensa montagna innevata. Ai piedi del Cristo in Croce viene posto un globo a vetri colorati, simbolo del mondo e delle sue diversità, dominato dalla potenza salvifica di Cristo.

San Fratello. La Festa dei Giudei

A San Fratello, in provincia di Messina, Mercoledì, Giovedì e Venerdì Santo, si svolge la festa dei Giudei. L’origine di questa tradizione risale al Medioevo e racchiude in perfetta simbiosi fede e folklore. Il loro policromo vestiario è vario e strano, come strani sono i loro comportamenti ed i loro atti sfrenati. Il costume è composto da una giubba e da calzoni rossi, adornati ai lati da strisce di stoffa d’altro colore. Il capo è completamente coperto da un cappuccio, anch’esso rosso, e dalla maschera penzola una grossa lingua di pelle lucida che, insieme ad una grande bocca e a due sopracciglia molto lunghe, conferiscono al mascherone un’aria grottesca e mostruosa. Ai piedi, i Giudei calzano delle scarpe in cuoio grezzo o “scarpe di pelo” ed in mano recano mazzi di catene a maglie larghe e trombette. La festa dei Giudei inizia all’alba del Mercoledì Santo e termina la sera del Venerdì. Per tre giorni San Fratello impazzisce: i Giudei disturbano platealmente le celebrazioni religiose, come la processione delle varette con i Misteri della Passione di Cristo, correndo e gridando, suonando le loro trombe, arrampicandosi sui muri. Camminano in pericoloso equilibrio sugli orli di case e balconi, saltano, fuggono e spariscono, creando un vero pandemonio, assordando e, a volte, impaurendo anche la gente.

Pasqua a Prizzi. Il ballo dei Diavoli

U Ballu di diavuli” è una tradizione folcloristico-religiosa legata alle manifestazioni pasquali del comune di Prizzi, in provincia di Palermo. Di presumibili origini medievali, la manifestazione conserva evidenti tracce di celebrazioni pagane incentrate sul trionfo della vita e della rinascita della vegetazione, agli inizi della primavera. Sin dalla mattina del giorno di Pasqua, diavoli mascherati (vestiti di rosso) e la morte (vestita del tipico giallo ocra) si aggirano indisturbati per le strade del paese, facendo scherzi e trattenendo i passanti, che vengono rilasciati solo in cambio di un obolo (soldi o dolci). Il culmine della manifestazione avviene nel pomeriggio, quando i diavoli tentano di impedire l’incontro, nella piazza principale del paese, tra le statue del Cristo e della Madonna. Ad essi si oppongono gli angeli che scortano le statue: è questo contrasto, effettuato secondo precise movenze ritmiche, che viene chiamato il ballo dei diavoli. Una volta sconfitti i diavoli, il Cristo risorto e la Madonna si possono finalmente incontrare e il Bene trionfa sul Male.

Pasqua a Modica. La Madonna Vasa Vasa

La Domenica di Pasqua si ripete la Festa della Madonna Vasa Vasa, immancabile appuntamento per i modicani e per i tanti visitatori che ogni anno invadono il centro di Modica. Il corso principale riesce a contenere a stento la folla di fedeli che si sposta fino alla Chiesa di Santa Maria di Betlem per assistere al tradizionale “bacio di Mezzogiorno” tra la Madonna ed il Cristo Risorto. Prima di questo momento la Madonna e il Cristo, portati a spalla dai fedeli, si cercano per tutto il corso.

Scicli. Festa dell’Uomo Vivo, U Gioia

U Gioia, la festa di Pasqua a Scicli , in provincia di Ragusa , è una delle celebrazioni pasquali più travolgenti della Sicilia. La Domenica di Pasqua, il Venerabile, pesantissimo stendardo di seta azzurra portato in processione dai giovani del luogo, attraversa il centro storico ed entra nella Chiesa di Santa Maria La Nova. Non ci sono regole o confraternite a cui spetta il compito di portare la statua, chiunque può partecipare attivamente. Il clima è esaltante: le luttuose atmosfere che hanno caratterizzato la Settimana Santa, vengono spazzate via dalle urla Gioia! Gioia! Gioia! L’ultimo portatore dello stendardo ha l’onore di fare l’inchino al Cristo Risorto. A quel punto la frenetica processione dell’Uomu Vivu, o ‘U Gioia, ha inizio. Il percorso dalla Chiesa di Santa Maria La Nova alla Chiesa del Carmine è breve, ma il ritmo del passo, le soste e “i giri” sono imprevedibili. La statua del Cristo Risorto ondeggia sorretta dai portatori, sembra cadere per poi rialzarsi e ripartire, tenendo tutti col fiato sospeso. La festa si conclude a notte fonda, con i portatori stremati che hanno ancora energie per accompagnare con urla l’ingresso del Gioia in chiesa.

Pasqua a Piana degli Albanesi

I riti pasquali a Piana degli Albanesi sono particolarmente suggestivi. Chiaro è il forte legame con l’antica appartenenza all’etnia e alla tradizione albanese, perpetuata da più di 500 anni, riconoscibile negli usi, nelle tradizioni, nei caratteristici costumi femminili riccamente ricamati e nella stessa lingua albanese. La splendida Pasqua, celebrata con il rito bizantino, esprime l’identità inalterata e le profonde radici culturali degli abitanti del luogo.

Settimana Santa a Caltanissetta

Molto ricca di appuntamenti è la Settimana Santa di Caltanissetta. Diverse processioni si alternano a partire dalla Domenica delle Palme. Il centro storico di Caltanissetta presta le sue vie come scenografia per la Via Crucis. La sera del Lunedì Santo un attore che personifica Gesù, consuma l’Ultima Cena insieme ai discepoli nella Cattedrale. Lo stesso, il Martedì Santo, viene processato al cospetto di Ponzio Pilato e al Sinedrio. Sulla gradinata panoramica di Via Agostino Lopiano (che rappresenta il monte Golgota), Gesù viene crocifisso e deposto. Il tragico epilogo è noto come Mortorio o Scinnenza. Il Mercoledì il Capitano della Real Maestranza, a cui il sindaco consegna le chiavi della città, guida le corporazioni artigiane che sfilano con il proprio stendardo. Durante la tradizionale Processione della Real Maestranza vengono portate in giro le Varicedde, 19 piccoli simulacri che rappresentano alcuni momenti della Passione di Cristo.

Il Giovedì Santo vengono portate in processione delle piccole vare chiamate Misteri, come i misteri della Passione di Cristo. Sono in tutto 16 gruppi statuari, e furono realizzati dagli artisti Francesco e Vincenzo Biangardi. Dopo aver percorso tutte le vie del centro avviene la separazione (Spartenza) in piazza Garibaldi, così nel cuore della notte ciascuna Vara fa rientro nella chiesa in cui viene conservata.

La sera del Venerdì Santo a Caltanissetta è giorno di lutto e di silenzio. Dal Santuario del Signore della Città, un’antica chiesetta posta nel quartiere popolare di San Francesco, viene portato in processione un Crocifisso ligneo, probabilmente quattrocentesco, oggetto di venerazione e di culto da parte di tutta la cittadinanza, chiamato Cristo Nero per il suo colore scuro. Secondo la tradizione fu ritrovato in una grotta da due fogliamari, raccoglitori di erbe selvatiche. Costoro indossano una tunica viola e a piedi scalzi, in segno di penitenza, portano a spalla il tronetto di legno dorato che custodisce il Cristo Nero, mentre si intonano le Ladate, lamentazioni in arcaico dialetto siciliano di origine medievale. Il repertorio è tramandato oralmente e il canto è curato proprio dai Fogliamari.

Alla processione partecipa tutta la Maestranza in abiti di lutto, con a capo il vescovo e a seguire il clero, suore, monaci, confraternite e congregazioni religiose. Il Cristo Nero è seguito da una gran folla di persone, per la maggior parte a piedi scalzi per sciogliere un voto o per chiedere una grazia.

Pasqua a Sinagra. Corsa di San Leone

Da centinaia di anni ‘A Cursa ‘i Santu Liu caratterizza la Domenica di Pasqua a Sinagra. La statua del Santo patrono viene portata a spalla dai fedeli in una lenta e lunga processione che parte dalla chiesetta rupestre di San Leone. Sul calare della sera, in prossimità del ponte attraverso cui si raggiunge il centro del paese, l’andatura della processione improvvisamente cambia con la caratteristica corsa finale che termina in Chiesa Madre. Il ritmo inizialmente lento della processione simboleggia l’indecisione di Leone nel far ritorno a Catania, dove svolgeva l’attività di Vescovo, mentre la corsa finale rappresenta la sua scelta di rimanere con il popolo di Sinagra. Si tratta di un evento molto suggestivo che si ripete ogni anno e registra la presenza di migliaia di persone, oltre ai residenti, che con entusiasmo e estrema devozione onorano il Santo patrono. La festa continua il Lunedì di Pasqua con la processione del Santo per le vie del paese e con la tipica Fiera del lunedì di Pasqua.

Archi di Pasqua a San Biagio Platani

La Festa degli Archi di Pasqua (o Archi di Pane) è lo spettacolare e suggestivo esito di una competizione artistico-artigianale, unica nel suo genere in Sicilia. Per molte settimane, prima della Pasqua, le confraternite dei Madunnara (devoti alla Madonna) e dei Signurara (devoti a Gesù), sono impegnate nella costruzione di imponenti composizioni di canne di bambù, salice o agave; queste fanno da incastellatura a magnifici addobbi artistici di agrumi, alloro e soprattutto di pane, nelle più svariate forme e dimensioni. Le grandiose costruzioni artistiche, di archi, cupole e campanili, vengono poi disposte lungo tutto il corso Umberto I, la via principale del paese. La straordinaria ricercatezza delle decorazioni, unita all’illuminazione serale, trasformano San Biagio Platani, in provincia di Agrigento, nel più sontuoso ed accogliente salotto a cielo aperto. Il culmine della manifestazione si ha il giorno di Pasqua, quando il Cristo e la Madonna si incontrano davanti la Chiesa Madre.

Pasqua a Caltagirone. ‘A Giunta

La Domenica di Pasqua a Caltagirone è una grande e sentita festa popolare che si svolge all’aperto, per le vie cittadine. Nei giorni di Pasqua il centro storico della città diventa il palcoscenico della Via Crucis, con attori che indossano costumi d’epoca. Nelle piazze e presso i monumenti, la sacra rappresentazione regala forti emozioni, e culmina nella Scala Santa Maria del Monte, dove avvengono i momenti più toccanti, come le cadute di Cristo sotto il peso della Croce, l’incontro con la Veronica, la Crocifissione. L’apice della Settimana Santa avviene la Domenica di Pasqua e coincide con il rito ‘a Giunta, ovvero l’incontro tra la grande statua di San Pietro e il simulacro di Gesù risorto. Dopo entrambi si mettono alla ricerca della Madonna per darle il lieto annuncio. L’evento avviene in Piazza Municipio, la Madonna depone il manto nero e abbassa tre volte la testa per rendere omaggio al Figlio, tra le urla di giubilo degli spettatori. Dopo l’incontro è il momento della separazione, ‘a Spartenza, in cui tutte le statue si dividono percorrendo tragitti diversi.

Pasqua a Petralia Sottana. U ‘Ncuontru

La Settimana Santa di Petralia Sottana è soprattutto la messa in scena della Passione di Cristo, grazie ai figuranti che animano il meraviglioso centro storico. Il Giovedì le statua del Cristo morto, della Madonna e degli angeli, vengono esposte nella Chiesa di San Biagio, conosciuta anche come “Collegio”. La processione del Venerdì Santo si conclude col calvario. Il Sabato, durante la messa di mezzanotte nella Basilica, avviene la Caduta du tiluni: la Madonna si spoglia del lutto, rappresentato dal grande drappo nero che copre l’altare maggiore. La Domenica di Pasqua, in un crescendo di emozione e partecipazione, al segnale di tre squilli di tromba, si assiste al gioioso e commovente Ncuontru, presso il Chianu ‘u Collegiu, tra il Cristo Risorto e la Madonna.

Il Cristo Risorto e la Madonna si abbracciano tra la commozione generale dei fedeli con una cerimonia catartica. Centinaia di spettatori, con occhi lucidi, osservano le due statue, rivolte l’una verso l’altra in modo da potersi guardare, che attraversano il centro storico e rientrano nella Chiesa Madre.

Venerdì Santo a Barrafranca. U Trunu

La Processione del Crocifisso du Trunu (il Trono) è il momento più atteso del Venerdì Santo a Barrafranca in provincia di Enna. La sera, al termine di tutte le celebrazioni liturgiche nelle chiese della città, inizia la processione del SS. Crocifisso, inserito e trasportato mediante una macchina processionale chiamata dalla gente del luogo “U Trunu”. La macchina consta di una parte centrale chiamata u firrizzu, che incorpora i meccanismi che ne consentono il sollevamento subito dopo l’uscita dalla chiesa. Il fercolo è sorretto da due “baiarde”, numerate da 1 a 100 in relazione al posto di ciascun portatore.

La statua del Crocifisso viene ricoperta interamente di ori ex-voto donati dai fedeli nel corso degli anni, e viene sistemata al centro della “Spera”, una struttura lignea ovale che subito prima della processione viene incastonata sul “Munnu”, una grande sfera posta in cima ad un tronco alto circa due metri. La Sfera e il Mondo sono interamente ricoperte da variopinte coccarde di stoffa e fiori chiamate scocche, le quali vengono donate ogni anno dai fedeli come voto al Crocifisso.

La Madonna Addolorata e l’Urna del Cristo Morto escono dalle loro chiese di appartenenza e si avviano verso la Chiesa Madre per unirsi alla processione del Crocifisso. Una volta raggiunto U Trunu, inizia la processione con a capo l’Urna del Cristo Morto, seguita dai “lamentatori”, dall’Addolorata con San Giovanni, dalla banda musicale e infine dal Trunu.

Festa del Cristo Lungo a Castroreale

Durante la Settimana Santa, Castroreale è sede di una festa unica al mondo che tiene tutti col fiato sospeso. La processione “U Signuri Longu” (Il Cristo lungo), un Crocifisso in cartapesta realizzato nel XVII secolo da un anonimo artista, custodito e venerato nella Chiesa di S. Agata, richiama un gran numero di fedeli ed estimatori delle tradizioni locali. Ciò che conferisce al rito particolare intensità, consiste nell’immenso sforzo cui sono sottoposti i portatori che trasportano la vara. 

Il Crocifisso, a misura d’uomo, montato su un palo di cipresso lungo circa tredici metri, si innalza su un pesante fercolo, raggiungendo un peso complessivo di circa 450 chilogrammi. Il Mercoledì e il Venerdì Santo, accompagnato dalle varette, viene portato in processione a spalla da sedici uomini, mediante un complicato meccanismo di pertiche lignee con terminali a forcina manovrate da esperti esponenti della Maestranza che consentono al simulacro di procedere fluidamente per le vie del centro storico. Vedere la Croce scivolare tra i tetti è un’emozione indescrivibile, in un tripudio di luminarie, concerti bandistici, fuochi d’artificio. 

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