Tour in moto della Fiumara D’arte
Dettaglio
La Sicilia non è ricca solo di parchi archeologici e opere ereditate dai secoli passati: qui l’arte è di casa e ad ogni primavera fiorisce rigogliosa. Avete voglia di vedere qualcosa di contemporaneo e di sorprendente? Bene, vestitevi comodi, perché si va a visitare uno dei parchi di Land art tra i più grandi e suggestivi d’Europa: la Fiumara d’arte. Le varie opere d’arte che andremo a visitare sono dislocate in diversi luoghi, alcuni dall’accesso non semplicissimo, perciò se amate le due ruote siete a cavallo… o meglio: in sella! (Le opere sono raggiungibili anche in macchina, semplicemente con meno agilità).
Ma cos’è la Fiumara d’arte? La sua storia inizia nel 1982, ad opera del mecenate Antonio Presti che, durante quell’anno, in memoria del padre appena perduto, commissionò un’opera allo scultore Pietro Consagra. Un’enorme scultura di cemento alta ben 18 metri (La materia poteva non esserci), che Presti volle donare alla collettività: così venne posizionata nel 1986 sul greto della fiumara di Tusa, sui Nebrodi; dopodiché venne annunciata la creazione di un museo a cielo aperto a partire dal collocamento di quell’opera. La Fiumara si è arricchita negli anni di altre realizzazioni, commissionate da Presti e firmate da importanti scultori: da Paolo Schiavocampo a Tano Festa, da Pietro Dorazio a Antonio di Palma, da Hidetoshi Nagasawa a Mauro Staccioli. Dopo 25 anni di battaglie legali legate alla mancata tutela e posizionamento delle opere su suolo pubblico, nel 2007 alla Fiumara d’arte viene finalmente garantito il diritto alla tutela e alla conservazione delle opere, diventando un parco scultoreo riconosciuto dalle istituzioni.
Il tour
Siete pronti? Allora scaldate i motori: si parte. Il nostro tour in moto alla scoperta della Fiumara d’arte comincia dalla località di Villa Margi, una frazione del comune di Reitano (ME). A due passi dalla spiaggia troviamo un’enorme scultura di 18×18 metri dal titolo Monumento per un poeta morto. L’opera è stata realizzata nel 1989 dall’artista Tano Festa in onore della morte di un altro grande artista, Francesco Lo Savio. La scultura è una mastodontica finestra di cemento colorata di azzurro che dà sul mare attraversata da un monolite nero. Per questa ragione il nome non ufficiale con il quale è conosciuta la scultura è “Finestra sul mare”.
Dopo aver goduto del panorama inquadrato da questa splendida scultura, torniamo in moto e dirigiamoci per 20 km verso l’interno, nella località di Mistretta, in cui troviamo due opere non molto distanti tra loro: la Stanza di Barca d’oro e Il muro della vita. La prima opera è stata realizzata nel 1989 dall’artista giapponese Hidetoshi Nagasawa ed è una stanza scavata nella parete di un monte nei pressi del fiume Romei, rivestita da lastre metalliche. Al suo interno, la sagoma di una barca rivestita da foglie d’oro. Curiosi vero? Riuscite a immaginarla? Bene, perché non è accessibile. È infatti proprio questo il concetto dell’opera, destinata a rimanere chiusa per cento anni, con un porta che la sigilla, per volere dell’artista stesso che, così facendo, vuole far vivere la sua stanza solo tramite «l’energia mentale della memoria».
Il muro della vita si trova invece sulla strada che da Mistretta porta a Castel di Lucio. È un’opera realizzata a più mani nel 1991 da ceramisti italiani e internazionali. Il muro di contenimento della strada, grigio e anonimo, è così riqualificato grazie all’installazione di grandi e multiformi opere in terracotta incastonate nel freddo cemento delle pareti.
Rimettiamoci in sella e dirigiamoci verso la località di Castel di Lucio, a 20 km da Mistretta, in cui troviamo ben tre opere. La prima è Arethusa, realizzata nel 1990 dai pittori Pietro Dorazio e Graziano Marini. L’assemblage di ceramiche colorate formano un motivo geometrico sulla facciata dell’edificio, la caserma dei Carabinieri del paese, riqualificando così la rigidità architettonica tipica delle costruzioni militari, grazie all’intervento creativo e vitale dell’arte.
A soli due km, all’interno dello stesso comune, si trova il Labirinto di Arianna, opera realizzata dall’artista Italo Lanfredini nel 1990. Dal nome dell’opera si può facilmente intuire di che si tratta: un vero e proprio labirinto rosso mattone in cui è possibile entrare gratuitamente e perdersi nelle sue geometrie. Il significato dell’opera sta proprio nella ricerca della via d’uscita che simboleggia la ricerca verso la purezza, verso un cammino di riflessione ed espiazione. Se si è claustrofobici o se si è amanti della fotografia è possibile apprezzare l’opera anche a distanza, dalla torre del castello del paese.
A 5 km dal labirinto, sulla strada che unisce Castel di Lucio a Pettineo, si trova l’opera “Una curva gettata alle spalle del tempo” realizzata nel 1990 da Paolo Schiavocampo. L’opera è un site-specific posizionato a ridosso di una curva che collega la nuova strada provinciale alla vecchia strada di campagna, unendo così concettualmente il presente con il passato. È realizzata in cemento armato rivestito da ferro e riprende la forma di una vela mossa dal vento.
Continuiamo dunque verso Pettineo: qui si cela un’opera nata da una sorta di performance di vari artisti. Per volere di Antonio Presti, nel 1990, venne dipinto un chilometro di tela, poi divisa e distribuita agli abitanti del paese, trasformando Pettineo in un Museo domestico. L’opera così smembrata è custodita dai cittadini all’interno delle proprie case, ma non scoraggiatevi: periodicamente vengono allestite delle mostre pubbliche per poterne godere. Incrociando le dita potremmo quindi riuscire a vederla.
Da Pettineo, a 18km di distanza, giungiamo nella località di Motta d’Affermo, per scoprire l’ottavo degli undici interventi artistici della Fiumara: Energia mediterranea, realizzata nel 1990 dall’artista Antonio di Palma. La scultura, a differenza delle precedenti descritte, è monumentale in senso orizzontale e rappresenta un’onda blu di cemento posizionata sulle montagne (tra i Nebrodi e le Madonie) che si staglia sullo sfondo azzurro del mare alle sue spalle.
Salendo a nord per 9 km, verso il mare, arriviamo presso una delle opere più famose e suggestive della Fiumara, 38° Parallelo-Piramide, realizzata da Mauro Staccioli nel 2010. La scultura è una piramide di acciaio corten alta 38 metri, con una fessura che viene attraversata dalla luce solo durante il tramonto. In alcuni momenti dell’anno, durante il cosiddetto “Rito della luce” è possibile entrare dentro l’opera attraverso un tubo di ferro, completamente al buio, che porta alla cavità illuminata della scultura.
Il nostro percorso nell’arte contemporanea a cielo aperto termina a Tusa, visitando, dulcis in fundo, l’opera dedicata al padre di Presti che ha dato l’avvio al progetto della Fiumara d’arte: La materia poteva non esserci di Pietro Consagra, una scultura di forme astratte alta ben 18 metri.
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