Ippovia sulle Madonie

Dettaglio

Esistono antichi modi di viaggiare, nel pieno rispetto della natura e in totale sintonia con essa. Stiamo parlando delle ippovie: sentieri di trekking percorribili a cavallo, di cui la Sicilia offre numerose possibilità. Percorrere le creste dei monti lentamente cullati dall’andatura dell’animale, lungo sentieri inaccessibili che è possibile scoprire solo montando in sella per decine di chilometri… In questo percorso scopriremo una delle numerose vie percorribili sul Parco delle Madonie. Vi consigliamo di affrontare il percorso nelle belle stagioni, tra fine marzo e la metà di ottobre. Indossate ghette e casco, si parte!

La nostra stazione di partenza sarà poco fuori Castellana Sicula, ad un’altitudine sul livello del mare di 950 mt. Cammineremo per 22 chilometri per arrivare fino ai 1800, in 4 ore circa con andatura mista. Il percorso è in terra battuta lungo il quale si attraversano borgate antiche, natura incontaminata e vecchi abbeveratoi per il ristoro. 

Procediamo in direzione nord attraversando la Piana delle Felci, un fitto bosco di lecci, roverelle (ne potrete avvistare una che, secondo alcune stime, ha otto secoli di vita) e agrifogli e proseguiamo fino   al Santuario Madonna dell’Alto. Non appena arrivati, capirete il perché del nome. Posto sulla sommità del Monte Alto (1819 m s.l.m) il santuario  è composto da una chiesa, una sacrestia e  un romitorio. Di origini remote (probabilmente del XIII secolo), secondo la leggenda locale la statua della Vergine custodita dal Santuario sarebbe arrivata dal mare, più precisamente dalla torre di Roccella, dove fu rinvenuta in seguito a un violento naufragio. La cassa contenente la statua, per misteriosi motivi, non si fermò sulla costa. Fu lasciata su un carro di buoi, in balia della sorte (e delle loro scelte). Dopo un lunghissimo tragitto gli animali si fermarono proprio dove siete fermi voi. Da lì sarebbe nato il Santuario, e l’altare marmoreo in cui è custodita la statua reca le raffigurazioni di questa leggenda. Un luogo quindi, in cui da sempre gli animali sono i benvenuti, non potevamo che scoprirlo sul dorso di un fidato destriero. 

Dopo questa breve sosta, lasciamo fare dunque di nuovo ai nostri amici animali e rimettiamoci in sella. Continuando in direzione nord-ovest il paesaggio cambierà di volta in volta e zone boscose si alterneranno ad altre brulle. Siamo nell‘area della Quacella, il giardino botanico delle Madonie. È proprio qui che incontriamo una delle grandi attrazioni del Parco delle Madonie: l’Abies nebrodensis, ossia l’Abete dei Nebrodi. Una specie a rischio estinzione e capirete subito il perché: è un albero presente in Sicilia sin dal Terziario, di cui restano solo 30 esemplari adulti, unici al mondo. Non fatevi ingannare dal nome: questa rarità è presente solo qui, sulle Madonie (l’equivoco nasce dalle antiche denominazioni in cui spesso le Madonie si definivano più genericamente “Nebrodi”). Una specie da sempre siciliana e, per questo, dal 2018 è stata scelta quale pianta simbolo dell’isola.  

Proseguendo verso nord, se si esclude una piccola area sottoposta a rimboschimento nella metà del Novecento, il resto dell’area si presenta spoglia. Le condizioni ambientali, tra eccessiva ventosità unita a inverni freddi e ad una elevata escursione termica tra giorno e notte, e precipitazioni quasi del tutto assenti in estate, fanno di questo luogo uno degli ambienti più selettivi delle Madonie. Le condizioni climatiche estreme hanno selezionato piante altamente specializzate, di modeste dimensioni e con radici alquanto sviluppate. Tra queste specie endemiche potremo incontrare il cardo di Boccone, dal fiore porporino che ricorda specie simili diffuse in Spagna e Algeria, la gialla ginestra di Cupani o la stregonia siciliana, le cui foglie, in passato, venivano utilizzate dall’uomo come rimedio emostatico.

Siamo quindi giunti quasi alla fine del nostro cammino. Attraversate Portella Colla e continuate verso nord per rientrare in una zona boscosa. Da qui cominceremo a vedere la tappa finale del nostro percorso, la Baita del Faggio, dove potrete riposarvi e far ristorare il vostro compagno di viaggio a quattro zoccoli.

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LOCALIZZAZIONE

DURATA

4 ore

Distanza

22 km

Difficoltà

Luoghi

Stagioni

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