Ippovia sui Nebrodi
Dettaglio
Quando si parla di Sicilia, si pensa subito al mare, all’estate, al caldo. Ma l’isola più grande del Mediterraneo offre molto di più. Cercate boschi alpini e frescura appenninica? Benvenuti allora sui Nebrodi. Numerosi sono i paesaggi e gli scorci da visitare con ogni mezzo (a piedi, in mountain bike, in macchina) in questa che è l’area naturalistica protetta più grande della Sicilia (gestita dall’ente Parco dei Nebrodi). Ma uno forse è quello più naturale per quest’angolo dell’isola: il cavallo. È infatti originaria di queste zone una delle due razze equine siciliane: il Sanfratellano (l’altra è il siciliano indigeno).
Maestoso e rustico, docile e fiero, il cavallo Sanfratellano è da secoli il padrone indiscusso dei monti Nebrodi. Incerte sono le sue origini: secondo alcuni deriverebbe dai cavalli arabi importati in Sicilia nel X secolo; secondo altri invece sarebbe strettamente legato al processo di ri-latinizzazione dell’isola durante la dominazione normanna (e da qui appunto, la denominazione di Sanfratellano: da San Fratello, paesino dalla lingua gallo-italica che tradisce le sue origini “lombarde”, ossia dell’Italia medievale del Nord, da dove sono arrivati i coloni). Certo è che grazie alla sua straordinaria capacità di adattamento è riuscito a sopravvivere allo stato brado per secoli su queste vette. Ancora oggi viene allevato in stato semibrado e sono numerose le attività che offrono escursioni sul dorso di questa splendida razza, così come numerosi sono anche i percorsi percorribili tra queste antiche vie. In questo itinerario ne scopriremo una di difficoltà media (30 km ca.), per cui bisogna già aver avuto a che fare con il trekking a cavallo. Siete pronti? Al galoppo!
Partiamo da Floresta (ME) che con i suoi 1275 m s.l.m è il comune più alto della Sicilia. Scomettiamo che una Sicilia così verde non l’avete mai vista? Montiamo in sella al nostro sanfratellano e avanziamo verso ovest. Subito si sveleranno ai nostri occhi incredibili panorami su entrambi i versanti dei Nebrodi: l’Etna da una parte, a sud; le isole Eolie dall’altra, a Nord. Attraverso verdi pascoli e radure si passa quindi per una delle zone più ricche d’acqua dei Nebrodi. Incontreremo dapprima i laghi Trearie e Cartolari: il primo, a 1400 m di altitudine, è la conca d’acqua più alta della Sicilia (sono numerosissimi i laghi sull’isola, non lo sapevate?). Dal lago nasce il torrente Saracena, uno dei più importanti affluenti del Simeto.
Procediamo sempre verso ovest passando tra il Bosco di Mangalaviti (1518 m slm) e la Serra del Re (1754 m slm). Vetuste cerrete e imponenti faggete, miste ad aceri, frassini, agrifogli e meli selvatici, nonché molteplici torrenti e ruscelli rinfrescheranno voi e le vostre guide a quattro zoccoli.
Continuiamo immersi nella splendida natura dei Nebrodi, e arriviamo al lago Biviere, la zona umida d’alta quota di maggior valore naturalistico della Sicilia. La ricchissima flora di quest’area è condizionata dalle variazioni periodiche del livello dell’acqua, che determinano una zonizzazione orizzontale della vegetazione in sei fasce, distinti in base alle varie specie dominanti. La presenza di acqua in una zona montana coperta da foreste di faggio rappresenta, inoltre, un punto di riferimento privilegiato per numerosi uccelli acquatici stanziali e migratori. Se siete arrivati qui nei mesi estivi, potreste anche assistere ad uno spettacolo non così insolito per il Biviere: le acque del lago che si tingono di rosso per la fioritura di una microalga (Euglena sanguinea). Come potete vedere, la natura qui regna incontaminata da sempre, e non a caso intorno al lago si trovano alcuni alberi monumentali: il Tasso del Biviere di Cesarò (età stimata: 500 anni), il Frassino del Biviere (età stimata: 150 anni) e il Faggio di Bosco Saracina (età stimata: 400 anni).
Siamo quindi giunti in prossimità dell’ultima tappa di questo itinerario: il Monte Soro. È la cima più alta dei Nebrodi con i suoi 1847 m di altitudine. Dalla sua verdissima vetta godrete di un panorama vasto e indimenticabile: a settentrione la costa tirrenica e le isole Eolie; ad est la Serra del Re (da cui siamo arrivati) che occlude la vista verso i Peloritani; a sud-est ancora l’imponente sagoma dell’Etna; a sud la catena montuosa dei Monti Erei e a ovest quella delle Madonie. In questo Regno di pace e di altezze, non dimenticate di omaggiare il signore che lo domina da almeno 500 anni: l’Acerone di Monte Soro, uno dei più grandi aceri montani d’Italia con i suoi 22 m di altezza e circa 6 m di circonferenza.
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LOCALIZZAZIONE
DURATA
6 ore
Distanza
30km
Difficoltà
Categorie
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