I vini del sud della Sicilia
Dettaglio
La Sicilia è un’isola da gustare, si sa: ma oltre allo street food, ai ricchi piatti della tradizione e ai golosissimi dolci, non potrete dire di averla conosciuta fino in fondo se non avete assaggiato prima i suoi vini. Un viaggio nel gusto attraverso il «dolce nettare di Bacco» saprà svelarvi ogni segreto del posto in cui vi trovate. Siete pronti?
Se arrivate dal nord-est, scendiamo verso sud per scoprire le altre zone DOC (“Denominazione di Origine Controllata”) della Sicilia. Partiamo dalla zona DOC Siracusa, le cui uve sono prodotte nel territorio comunale della città eponima. Qui vitigni internazionali hanno trovato ospitalità insieme agli autoctoni siciliani.
Dal Moscato bianco (minimo 85%) qui si ottiene il “Siracusa Moscato” (anche nella sua versione “Passito”) e, se amate le bollicine nostrane, da provare il “Siracusa Moscato Spumante”, dal sapore caratteristico che va dal secco al dolce. Sul versante dei rossi accanto all’autoctono “Siracusa Nero d’Avola” (Nero D’Avola per almeno l’85% o, nella sua variante “Siracusa Rosso”, almeno il 65%), con il suo sapore secco e piacevolmente tannico, troviamo anche il “Siracusa Syrah”, composto da uve Syrah (un vitigno internazionale ormai acclimatosi da tempo sull’isola; minimo 85%), dall’inconfondibile retrogusto fruttato.
Dopo aver passeggiato tra le strette viuzze di Ortigia o esservi immersi nelle le cristalline acque della costa siracusana, spostiamoci di pochi chilometri più a sud e arriviamo alla zona DOC Noto, che comprende il territorio dei comuni di Noto, Rosolini, Pachino e Avola. Proprio da quest’ultima città prende il nome il vitigno autoctono più famoso dell’isola, da tempo coltivato anche altrove: il Nero d’Avola. A partire da questa cultivar si producono qui il “Noto rosso” (minimo 65%) e il “Noto Nero d’Avola” (minimo 85%). Rimarrete affascinati dai suoi riflessi violetti, nonché dal sapore tannico e al contempo fresco. Non potete andar via senza aver degustato anche i bianchi: qui a farla da padrone è il celebre “Moscato di Noto”, che nelle sue differenti declinazioni in vino, spumante, vino liquoroso o passito, è formato esclusivamente da uve Moscato in purezza (100%). Una passeggiata immersi nel tardo barocco della città di Noto è d’obbligo, ma, se preferite la natura, prendetevi del tempo per esplorare Noto antica o Cavagrande del Cassibile.
Per arrivare alla prossima tappa del nostro viaggio alla scoperta dei vini siciliani non dovremo spostarci granché. Scendendo ancora più a sud, verso l’estremo lembo meridionale dell’isola, entriamo direttamente nella zona DOC Eloro, confinante con la precedente. La zona comprende il territorio di quattro comuni in provincia di Siracusa (Noto, Pachino, Portopalo di Capopassero e Rosolini) e di un comune in provincia di Ragusa (Ispica). Qui il vino porta con sé i caratteri forti del microclima della zona, caratterizzato da temperature medie intorno ai 17,6° C, tra le più alte dell’intera Sicilia. Sono quindi i vini rossi i padroni incontrastati dell’area, con uve ricche di sali, usate quasi in purezza: “Eloro Nero d’Avola”, Eloro Frappato ed Eloro Pignatello (tutti ottenuti con almeno il 90% del corrispondente vitigno). Fa eccezione l’“Eloro Pachino”, un blend di Nero d’Avola (minimo 80%) e Frappato e/o Pignatello (la restante parte) dal sapore tannico e robusto. Se amate i rosati, fatevi rapire dal colore rosa grigio e dal sapore vellutato e leggermente acidulo dell’Eloro Rosato”. Non ripartite senza aver prima passeggiato nelle selvagge spiagge o fatto un bagno nelle acque caraibiche di questa parte incontaminata di Sicilia.
Risaliamo ora verso ovest, per arrivare alla zona DOC Vittoria, che è anche l‘unica area DOCG (“Denominazione di origine controllata e garantita”) della Sicilia, con il suo Cerasuolo di Vittoria. Amministrativamente abbraccia buona parte della provincia di Ragusa, il lembo meridionale della provincia di Caltanissetta e l’estremità occidentale della provincia di Catania. Qui potrete degustare i locali Nero d’Avola, Frappato, Ansonica (o Inzolia), il Novello. Ma il protagonista assoluto dell’area è sicuramente il vino che ha ottenuto il riconoscimento normativo più prestigioso: il Cerasuolo di Vittoria DOCG, un blend ormai celebre da tempo, costituito da Nero d’Avola (50%-70%) e Frappato (30-50%). Rimarrete sbalorditi dal suo colore rosso ciliegia e dal suo odore floreale, che nei vini invecchiati può tendere anche a note sensoriali di prugna secca e cioccolato.
Infine, territorialmente attigua a quest’area DOCG, spostandoci poco più a nord, si trova l’area DOC Riesi, che comprende i territori comunali di Butera, Mazzarino e Riesi (provincia di Caltanissetta). Qui la produzione è estremamente diversificata e ce n’è davvero per tutti i gusti: dal Riesi rosso (Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon) al Riesi superiore (Nero d’Avola minimo 85%); dal Riesi rosato (Nero d’Avola, Nerello Mascalese e/o Cabernet Sauvignon) al Riesi bianco (Ansonica e Chardonnay; anche nella tipologia “spumante” e “vendemmia tardiva”).
Siamo pronti adesso per rimetterci in viaggio e attraversare la Sicilia centrale, per arrivare infine all’estrema punta occidentale.
Se invece non avete ancora assaggiato i vini del nord-est bisogna che recuperiate: vini nord-est.
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