Sicilia street food
Dettaglio
La cucina popolare che si consuma rigorosamente per strada. Per capire cosa significa davvero vivere la Sicilia, chiudi gli occhi e fatti guidare da profumi e sapori che ti porteranno nel posto giusto. Antichi mercati , sagre e feste in Sicilia, offrono occasioni ghiotte per consumare fino all’ultimo boccone il viaggio più bello della tua vita. Ogni luogo ha la sua specialità (o magari anche più di una) in grado di farti compagnia mentre passeggi nel centro storico di borghi che custodirai per sempre nel cuore. Non ti resta che avvicinarti al furgoncino o al carretto di quel simpatico ambulante che urla per attirare la tua attenzione e, quando avrai finito, con le dita ancora un po’ sporche, penserai che è proprio vero: il cibo, così, ha tutto un altro sapore!
Da dove iniziare, se non qui? Palermo è tra le località ad avere il migliore cibo di strada del mondo (al 5° posto, secondo la classifica del Virtual Tourist). Per conoscerlo (e ovviamente assaggiarlo!) dobbiamo dirigerci presso gli antichi mercati: Vucciria, Ballarò, il Capo e Borgo Vecchio.
Qui si trova di tutto: pani câ meusa , frittula (frattaglie di vitello), stigghiole (budella di agnello infilzate in uno spiedo e arrostite), muccuna (murici o bocconi di mare bolliti), cicireddu (pesce cicirello fritto), purpu (polpo bollito), rizzi (ricci di mare), babbaluci (le chiocciole bollite e condite).
Ma puoi anche sbizzarrirti tra un’infinità di pietanze vegetariane: pane, panelle e crocchè , pollanche (pannocchie di mais bollite), carduna fritti in pastella, pipittuna (cedri affettati e serviti col sale), muluni (anguria a fette) e ficurinnia (fichi d’india). Il tour nella cucina vegetariana della Sicilia è appena iniziato!
Non dimenticare di assaggiare quello che a buon diritto è considerato il cibo da strada siciliano per eccellenza! Arancin… . Per quanto questo nome spacchi la Sicilia in due, il gusto mette tutti d’accordo e spiana la strada verso un universo parallelo, quello della rosticceria! La bolognese, la bomba, la cartocciata, la cipollina (rustici tipici del catanese), il pitone o pidone – in questo caso pronunciandolo non rischierai di causare un incidente diplomatico – messinese. E ancora le crispelle catanesi, fatte di pastella fritta e farcite a piacimento con acciughe o ricotta. Ne esiste la versione dolce: sono le zeppole di riso o le sfinci di ricotta.
E ancora, u sfinciuni, la pizza rustica palermitana che si declina con le sue varianti in molte altre parti della Sicilia. Si chiama pizzolo a Siracusa , cudduruni ad Agrigento, scaccia a Ragusa , focaccia – ricoperta di tuma – a Messina.
A Catania , invece, prende il nome di scacciata. Ma lo street food catanese merita un capitolo a parte e ci porta dritti dritti tra Piazza Pardo e Piazza Alonzo di Benedetto, dove si sviluppa l’antico mercato del pesce. Qui i frutti di mare sono pronti a superare la “prova limone”. Vanno mangiati crudi insieme alla “merenda dei pescatori”, u mauru, un’alga rossastra dal sapore forte, la cui presenza indica la buona salute delle acque.
Via Plebiscito è il posto giusto dove mangiare l’altra specialità di Catania, il panino farcito con carne di cavallo cotta alla brace, condito con olio, sale e prezzemolo.
Sia in estate che in inverno, le feste padronali in Sicilia richiamano i caliari, pronti a vendere ai passanti calia e simenza (ceci e semi di zucca tostati, resi celebri in tutto il mondo grazie alle “passeggiate ruminanti” del Commissario Montalbano). È il caso delle feste di San Calogero ad Agrigento , di Sant’Agata a Catania , di Santa Lucia a Siracusa , di Santa Rosalia a Palermo
Mentre in autunno si sprigiona il profumo delle caldarroste, le castagne arrostite col sale agli angoli delle strade.
Non importa cosa: tu mangiala in strada e continua a camminare. Così si gusta la Sicilia!