Sclafani bagni
Dettaglio
C’è un borgo, ai piedi del Parco delle Madonie, immerso nelle quiete campagne siciliane della provincia di Palermo, che nasconde più di un piccolo segreto. Prendetevi un paio di giorni per scoprirli.
Siamo a Sclafani Bagni: il nome dovrebbe già svelare il segreto custodito (ma non anticipiamo nulla).
Partiti di buon mattino, appena arrivati potrete passeggiare per il borgo e scoprire i vari luoghi di interesse: i ruderi del Castello Grande, quelli del Castelluccio (in posizione opposta), la Chiesa Madre con il suo organo secentesco di Antonino La Valle, ma anche la Chiesa di San Filippo e la Chiesa di San Giacomo, di cui, per entrambe, non si conoscono bene le origini (tanto per alimentare e infittire i misteri di questa cittadina).
All’interno della Chiesa Madre è custodito anche un sarcofago greco che alcuni fanno risalire al IV secolo a.C. e che sarebbe stato trasportato a Sclafani da Imera dopo la distruzione di quest’ultima.
Sul sarcofago è rappresentato un baccanale con baccanti armate di tirso, fauni ebbri, altari e fuochi di sacrifici.
Dopo la lunga passeggiata mattutina è arrivato il momento di rilassarsi e di scoprire il primo segreto della città: una sorgente naturale di acqua ad una temperatura di 37 gradi centigradi, totalmente pubblica, immersa nella natura incontaminata. Sclafani era conosciuta in passato proprio per un importante stabilimento termale, attivo dal 1748, poi chiuso a più riprese fino al ‘900, per essere poi chiuso definitivamente negli anni ‘90. L’antico stabilimento è ancora lì, a qualche centinaio di metri dalla pozza, e conserva intatto tutto il suo fascino.
Mentre vi rilassate immersi nella pozza termale, potrete godere di un panorama mozzafiato: a nord la vallata che scende verso il fiume Imera, a sud lo strapiombo roccioso su cui sorge il borgo di Sclafani Bagni.
Se avrete voglia di restare un altro giorno in quest’angolo di Paradiso, potrete scoprire un altro gioiello segreto di questo territorio: il piccolo laghetto naturale di Bomes, a pochi chilometri dal borgo. Sarete circondati da boschi dominati da lecci, querce da sughero e piante tipiche della macchia mediterranea. Il lago poi è all’interno della riserva naturale orientata del Bosco di Favara e Bosco di Ganza, perfetta per lunghe passeggiate nella natura.
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