Medioevo e Dolomiti in Sicilia: San Marco D’Alunzio, Alcara Li Fusi, Longi e Frazzanò (Nord-est)
Dettaglio
Una vista mozzafiato sulle Eolie, a pochi chilometri dalle Dolomiti e osservare i grifoni nel loro habitat naturale? E subito dopo perdersi nel Medioevo di strette viuzze e mura di Abbazie? Sembra una favola e invece è tutto reale: basta seguirci in quest’angolo dei Nebrodi.
Partiamo da San Marco d’Alunzio, uno splendido borgo adagiato su una collina del Parco dei Nebrodi che si affaccia sul Mar Tirreno. La vista spazia dalle Eolie a Palermo e non è un caso se questo panorama abbia ottenuto due stelle su tre dalla Guida Verde Michelin.
Allontaniamoci adesso dal mare per inerpicarci verso la seconda tappa: Alcara Li Fusi, bellissimo borgo sovrastato dalle Rocche del Crasto, dette “le Dolomiti di Sicilia”. Di origini antichissime, analoghe a quelle dei borghi vicini (il suo nome deriva dall’arabo Al Qarya, letteralmente ‘centro urbano’), anche Alcara offre una nutrita varietà di punti di interesse: dalla monumentale Fontana Abate alle numerose Chiese, dal quartiere Motta con il suo intrecciarsi di vie alla maniera delle kasbah arabe, all’Eremo di S. Nicolò Politi. È d’obbligo una visita alla Grotta del Lauro, a 1068 mt di altitudine, nell’imponente massiccio dolomitico del Crasto. La grotta è la principale cavità carsica delle Rocche e al suo interno, in parte ancora inesplorato, troverete stalattiti, stalagmiti e colonne dalle forme più svariate. Sulle spettacolari pareti lisce che fanno da pareti alla Grotta, trova il suo habitat naturale l’aquila reale, simbolo della cittadina. A ridosso delle Rocche del Crasto si trova poi l’Area dei Grifoni che, oltre ad ospitare le voliere di acclimatamento per i grifoni che verranno reintrodotti nel Parco dei Nebrodi, è anche un importantissimo punto di osservazione per quelli già in libertà.
Per chi ama il trekking e le alte vette di tipo dolomitico è possibile un’escursione a piedi partendo dalla rocca Calanna (1045 m s.l.m), poi proseguire sulla rocca del Crasto (1315 m s.l.m.), passare per tutte le vette del costone roccioso che sovrastano il paese per concludere sulla rocca Traura (1005 m s.l.m.) e godere di un panorama mozzafiato.
Procediamo ora verso est, scendendo sul versante del Fitalia, per arrivare a Longi, lu paisi di li funci (“il paese dei funghi”), così come dicono i locali. Dominato a nord dalle Rocche del Castro, il borgo cittadino si sviluppa intorno al Castello (XII secolo), in ottimo stato. Perdetevi tra le sue viuzze medievali che odorano d’antico, le scalinate in pietra e le ripide discese. Visitate la Chiesa Madre col suo organo secentesco e le sue preziose tele, poi la Chiesa della S. Annunziata in cui è custodita una statua del XVI secolo di Giacomo e Antonio Gagini.
Anche a Longi la natura la fa da padrona. Immergetevi in luoghi in cui Madre Natura sembra parlarci: il bosco di Mangalaviti, con alberi secolari così fitti da non lasciare penetrare la luce solare; o il lago Biviere (di Cesarò) nelle vicinanze; o ancora la cosiddetta “Stretta” di Longi, la vallata attraversata da rapide e cascate in cui le due montagne sembrano sfiorarsi (con possibilità qui di percorsi di trekking e idrotrekking).
Sì, ma allora, direte voi, cosa c’entrano i funghi? Beh, è impossibile andare via da Longi senza aver assaggiato uno dei numerosissimi piatti a base di funghi, nonché quelli preparati con la carne di suino nero dei Nebrodi.
Concludiamo il tour spostandoci più a nord, a Frazzanò. A pochi chilometri dal centro abitato sorge l’antica Abbazia di San Filippo di Fragalà, in cui sono annesse le strutture del primitivo monastero basiliano, di origini antichissime: la sua esistenza risale al 495, ma in epoca araba l’istituzione soffrì un periodo di decadenza. La ricostruzione fu operata in epoca normanna (1090) e divenne uno dei centri italo-greci più importanti del meridione. Persi tra le mura secolari dell’Abbazia, immersi nella natura più incontaminata, il Medioevo non vi sarà sembrato mai così vicino.
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