Scopello, San Vito Lo Capo, Marsala e dintorni
Dettaglio
Andiamo alla scoperta di alcune delle località più affascinanti della costa tirrenica occidentale in provincia di Trapani.
Dopo il tramonto, l’antico villaggio di Scopello diventa particolarmente suggestivo. Sarà molto piacevole passeggiare per le viuzze. Nel corso delle lunghe giornate estive, magari di ritorno dalla Riserva dello Zingaro, possiamo trovare riparo all’ombra di un albero di fico e mangiare u pani cunzatu: un trionfo di semplicità e di gusti decisi, pane casereccio con olio d’oliva, acciughe e pomodoro.
Adesso, dopo il bagno frizzante del mattino mettiamoci subito in marcia!
Prima meta di oggi è Segesta, colle isolato dove sorgono il tempio e il teatro greco, entrambi ottimamente conservati.
Basta guardarci intorno per avere conferma di quanto gli antichi greci fossero veramente bravi nello scegliere luoghi incantevoli dove costruire i loro edifici più importanti! Il momento migliore per visitare questi luoghi è al mattino presto. Dopo una sosta meditativa, per respirare la stessa atmosfera di un tempo e riordinare le idee, partiamo in direzione della prossima meta: San Vito lo Capo.
Fino a non molti anni fa era un borgo di pescatori tranquillo e silenzioso. Il guaio è che quelle quattro piccole casette bianche si trovavano su una spiaggia lunga più di tre chilometri, molto larga e bianca, e che il mare che bagna quella spiaggia è caldo e chiaro, color smeraldo, tanto da sembrare un posto rubato ai Caraibi. Tutto ciò ha reso San Vito lo Capo uno dei siti turistici balneari più richiesti della Sicilia! Tra alberghi, ristoranti, caffè e negozi, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Gli abitanti cercano comunque di armonizzare tutto questo con il rispetto del territorio. La spiaggia è sempre da favola, attrezzata e capace di contenere tantissimi ospiti.
La sera raggiungiamo il corso principale a fare “lo struscio”, un’usanza tutta sicula, caratterizzata dal suono dei passi che percorrono avanti e indietro sul corso, fino a tarda notte. Per calarci perfettamente in questa atmosfera così rilassata, passeggiando in ciabatte o meglio ancora, a piedi nudi, sia di giorno che notte, godiamoci uno sfizioso caldofreddo, il tipico gelato di San Vito Lo Capo che mixa ingredienti freddi e caldi, e il cous cous.
Parliamo ovviamente della notissima semola di frumento grezza che dall’Africa settentrionale è arrivata sui nostri piatti (sarà stato lo scirocco?) per unirsi a succulente zuppe di pesce, di legumi o di carni varie. San Vito è anche sede del Couscous Fest, il festival internazionale dedicato a questo piatto e all’incontro tra le culture.
Per i gourmet bisogna ricordare, inoltre, che i cannoli della zona, ad esempio quelli di Dattilo (frazione di Paceco), sono particolarmente buoni per il loro gusto “hand made” e la cialda leggera e friabile.
Adesso, seguendo il mare fino a Trapani, ci troviamo al cospetto della grande montagna di Erice. È uno dei paesi più antichi della Sicilia, sembra che l’abbiano fondata addirittura gli Elimi, i più antichi abitatori dell’isola, otto secoli prima della nascita di Cristo. Vale la pena di risalire quei tornanti (o raggiungiamo la cima con la panoramica funivia) per una passeggiata ristoratrice in un’atmosfera intima e particolare. Solo dopo aver visitato il giardino belvedere, le torri medievali, il castello di Venere e la chiesa Madre, possiamo inoltrarci nelle strette stradine, magari per gustare i rinomati dolci ericini alle mandorle e comprare uno dei variopinti tappeti fatti di “stracci” colorati.
Il centro storico di Trapani ci attende per una visita. Da qui è possibile prendere un traghetto o un aliscafo per andare alle Egadi, ma stavolta andiamo verso sud, non vogliamo certo perderci le Saline con i caratteristici mulini, che abbiamo visto dall’alto scendendo da Erice.
In queste grandi vasche il mare evapora lasciando il sale che viene accumulato in collinette coperte da tegole per contrastare il vento. Gli strumenti di lavoro e gli oggetti di un tempo sono conservati al museo del sale. Il programma, dopo la visita, è di assaggiare la tipica spigola al sale (alcuni mulini sono anche ristoranti), dopo aver sorseggiato un aperitivo sul far della sera. Qui il tramonto è indimenticabile: possiamo osservare i colori del cielo riflettersi negli specchi d’acqua delle saline.
Lungo la via per Marsala, si può anche fare una visita a Mozia, una minuscola isola carica di storia.
Per raggiungerla si va in barca, ma bastano pochi minuti. Anticamente, si poteva raggiungere su un carro o a dorso di mulo attraverso una sorta di sentiero a pelo d’acqua. Nel suo prezioso Antiquarium c’è un capolavoro scultoreo: il famoso “Kuros”, il giovinetto di Mozia.
Se i Mille sbarcarono a Marsala, ci sarà stato un motivo! Sembra quasi di leggere nei volti fieri dei marsalesi più anziani, che vanno a passeggio per le vie del centro di questa elegante cittadina. Assolutamente da non perdere è il duomo normanno di San Tommaso di Canterbury e una visita ai resti di una nave punica al Museo Archeologico Baglio Anselmi.
Non dimentichiamo di gustare il Marsala: è il vino liquoroso e dolce che dal 2013 ha reso famosa in tutto il mondo questa cittadina come “Città europea del vino”.
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